Giornata dell'assemblea 2023

Sabato 15 aprile 2023, Airolo

Dopo aver recuperato qualche disperso giù per Carasso, Giubiasco e Roveredo, ci ritroviamo alle 14°° ai posteggi della stazione FFS di Castione.            
Con un bussino ed un’autina partiamo in direzione del Centro Intervento del San Gottardo di Airolo (CIG). Inforchiamo sparati l'autostrada...  per fortuna una talpa ci avverte di uscire già a Giornico per evitare il forte traffico di rientro dei vacanzieri. Grazie! usciamo prima della Biaschina dove comincia la colonna. Da lontano intravvediamo il nuovissimo Centro di controllo dei veicoli pesanti.
Così come fecero i nostri avi, ci avventuriamo (ma con le nostre carrozze moderne) su per quella che era al tempo dei Romani e per i secoli successivi la principale via di comunicazione tra il Nord ed il Sud delle Alpi. Mentre noi saliamo, la temperatura si abbassa. Il panorama della Leventina è bellissimo. Passiamo le strette gole del Piottino e subito dopo anche la massiccia costruzione (risalente a metà del Cinquecento) del Dazio Grande, senza pagarne nessuno.
Arrivati a destinazione, discesa degli occupanti dai mezzi di trasporto e salita su una impervia scala a chiocciola, gentilmente aiutati dai militi del CIG. Al piano superiore della loro struttura, nella grande aula, assistiamo alla presentazione del centro.
Costituiti a seguito della tragedia all'interno della galleria del San Gottardo (21 ottobre 2001), questo di Airolo e quello di Göschenen sono le basi di partenza dei pompieri professionisti del CIG che sorvegliano non solo il tunnel, ma anche l'autostrada da Faido ad Amsteg, compreso il passo fino al confine del Canton Ticino. Da lì in poi, il passo è sorvegliato dai pompieri Urani di Andermat. Questi due centri garantiscono il sevizio di soccorso e depannaggio dei vari veicoli, lotta antincendio, protezione della respirazione e assistenza tecnica 24 ore su 24, 365 giorni all'anno.
Quando suona l'allarme, da entrambe le caserme in 2 minuti escono 2 mezzi con 4 militi a bordo in direzione dell'evento che viene raggiunto massimo entro 10 minuti.
Ad Airolo, i pompieri non si limitano a questo: facendo parte anche dell'Esercito, si occupano ogni anno della preparazione dei ca 25000 zaini con il materiale personale per le nuove reclute. Curano anche la manutenzione di container speciali che possono essere utilizzati in caso di grandi eventi o catastrofi dall’ Esercito o dalla Protezione Civile, cfr. esondazione del lago Maggione (novembre 2014).
Il giretto per la centrale inizia dal locale pausa / cucina per passare dalla piccola ma ben attrezzata palestra, munita di docce. Ci sembra giusto visitare gli alloggi del personale, le stanze private dove i militi si riposano tra un intervento e l'altro. Proseguiamo la visita dei vari uffici e fino a una saletta con 2 monitor giganti che proiettano in diretta ciò che “vedono” le telecamere del tunnel. Quante sono ‘ste telecamere? 100? 200? 300? No, non si tratta di una vendita all’asta, ma di indovinare il numero di telecamere che tuttavia non può essere svelato. Giro terminato. Noi iniziamo la discesa con la scala a chiocciola che dal 1° piano ci porta al -1 dove c’è il garage.
Presentazione dei 3 mezzi d'intervento.
Il 1°, grandissimo, è un'autobotte piena di vani con materiale vario adibita allo spegnimento, al soccorso e alla protezione delle vie respiratorie delle persone coinvolte. È equipaggiato con un potente cannone ad acqua nella parte anteriore e un super ventilatore posto sul tetto.
Il 2°, simile al 1° ha dimensioni più ridotte, ed è pure lui pieno di attrezzature altamente tecnologiche.
Il 3° ed ultimo, il più piccolo, è adibito al supporto tecnico. È fornito di tanto materiale per il soccorso e di una modesta riserva di acqua. Il mio vicino dice:” Se tornassi bimbo, e questi bisonti della strada fossero miniaturizzati, sarebbero i miei giocattoli preferiti. Me li invidierebbero tutti”.
Ci sarebbe anche il 4° veicolo: un carro attrezzi per il rimorchio o il trasporto dei veicoli in panne.
Il loro impiego è ben definito: in caso di incendio o incidente esce quello grande con il medio, mentre in caso di depannaggio esce il più piccolo della famiglia con il fratello medio.
La visita volge al termine, ma prima i militi ci regalano una dimostrazione del loro mezzo più grande che è già fuori nel parcheggio con il motore acceso; la lancia si sta muovendo e sta per mettersi in posizione: e voilààà! Il cannone spara un potente getto parabolico a 50 metri di distanza. Assistiamo ad altri vari tipi di getti d'acqua. Uno un po' più largo, uno un po' più diretto. Il più spettacolare è però quello di acqua nebulizzata che, una volta attivato il grande ventilatore sul tetto, protegge la cabina di guida. Bello! Bello!
E pensare che questi camion si possono spostare nel fumo intenso con l'ausilio di telecamere che vedono attraverso una cortina fumogena!
Giunge infine il momento dei saluti. Ringraziamo gli angeli custodi del San Gottardo ed il loro comandante per averci spiegato e mostrato il centro ed i loro mezzi di lavoro.
Noi si parte per ...la mecca della fondue: il caseificio del Gottardo.
Corriamo ad occupare il 1° primo piano, tutto in legno, con esposte alle pareti foto e oggetti d'altri tempi usati per fare formaggio e burro. Prima della fondue, spazio all'assemblea... Cristina è ancora assente, auguri unanimi di pronta guarigione. L’assemblea sta terminando senza riservare grandi sorprese.
Dal piano terra giungono profumi inebrianti di cacio fuso.  
Anche il comitato si accosta alla lunga tavolata apparecchiata e diamo insieme inizio alle …danze. Non può mancare la bevanda che si sposa meglio con la fondue: il the: caraffe di tè nero, al tiglio, alle erbe o una modesta camomilla. Cestoni di pane e perfino patate. Qualcuno dice di non aver mai visto l’accostamento fonduta-patate. Allez! Via, affondiamo le forchette nei caquelon ricolmi. Però attenti! chi perde il pezzo (di pane), paga dazio!
Una bella serata conviviale, si parla, si ride, si scherza. La fondue è davvero saporita. Ha un unico difetto: ti lascia addosso il suo profumo per tutta la sera. Il tempo di far scendere quel ben di dio, che già si passa al dolce. Panna cotta con frutti di bosco per i più arditi, gli amanti del classico scelgono invece la meringa secca affogata nella panna... Nessuno stasera si preoccupa della linea!
Ultime chiacchiere, avanti con i caffè!  Non ci sono due richieste uguali: un caffè macchiato, uno macchiato caldo, uno macchiato freddo, uno macchiato ma non troppo; ristretto, espresso, liscio, liscio leggermente lungo, liscio ma non troppo caldo, uno corretto grappa, cognac, fernet, uno analcolico e uno d’orzo.
Quelli ginnici e volenterosi di smaltire qualche grammo di grasso scendono dalle scale, quelli un po' più restii allo sforzo preferiscono l’ascensore.
Uno shopping veloce di prodotti nostrani. Poi via! Tutti a bordo dei veicoli!
Fuori fa un frecc da biss. C’è persino chi sostiene d’aver visto fioccare anche qualche timido cristallo di neve.