Strassburgo e dintorni 2016

Due musei, un lager e una cattedrale …
Chi su gomma chi su ferro, una decina di membri dell’associazione – a maggioranza sofferenti di epilessia - si ritrova puntualmente davanti al Museo Tinguely a Basilea. Le opere dell’artista sono assemblaggi di oggetti da discarica che più disparati e non si può. Ogni tanto si riesce anche a farle muovere, schiacciando un pedale. Ma è solo una corta pausa del viaggio: poi via per Kork. Nell’albergo Schwanen si cena bene e si festeggiano due membri del nostro comitato che compiono gli anni.   
Dopo una  buona dormita al mattino, un simpatico pediatra ci fa visitare l’Epilepsiemuseum di cui è orgoglioso fondatore e direttore, sforzandosi di esprimersi eroicamente in francese. Inevitabili alle pareti le foto dei personaggi che hanno sofferto della nostra patologia, i tentativi di interpretarla nelle sue diverse sfaccettature e di curarla, fino alle attuali terapie farmacologiche e alle operazioni al cervello. Qualche scultore e pittore se n’è occupato, per primo Raffaello, Nel museo è presente una copia della sua tela. Al termine dell’interessante visita scambiamo con la nostra guida le rispettive produzioni “letterarie”.
Proseguiamo il viaggio per Strasburgo-la-bella con la sua altissima e sontuosa cattedrale gotica, le sue case con i tetti puntuti e le fiumane di turisti, perlopiù frontalieri tedeschi. La visitiamo dall’esterno – cioè facendone un imprescindibile crociera che la aggira. Il fratello della vicepresidente ci fa da guida erudita all’interno della cattedrale. Ce la fa apprezzare con una ricca descrizione condita di qualche aneddoto. Si ridiscende all’albergo di Kork, si cena e ci si riposa.
Eccoci – alle 9 - saliamo alla sommità dei Vosgi dove si nasconde quello che era un piccolo Lager nazista. Ne veniamo a sapere i macabri dettagli: le migliaia di persone che vi sono entrate e mai riuscite da lì, per lo più gasate e bruciate; la loro suddivisione: gli uomini robusti destinati al durissimo lavoro forzato nelle miniere; delle donne non si salvavano (forse) che le più  piacenti – destinate (a sfogare i bestiali appetiti sessuali degli aguzzini). I bambini, anziani, malati ecc venivano gasati o impiccati. Più sfortunati ancora coloro che finivano per soffrire lunghe pene dell’inferno nelle mani di sadici medici sperimentatori. Si possono osservare, rabbrividendo, delle vasche in pietra in cui avvenivano quelle operazioni. Restano due forni crematori, probabilmente originali. Le orribili foto di queste povere creature sono inguardabili.
Godiamo di un po’ di tempo libero prima di prendere la route du vin lungo la quale ci soffermiamo nella frequentatissima cittadina medievale Riquewhir  le cui vetrine sono già addobbate per Natale! Peccato che noi non possiamo né qui né altrove gustare quei vini che pare siano un nettare celeste.
Il tempo vola. Ce ne voleva di più. Volenti o nolenti si torna in Ticino, in autostrada o in strada ferrata.
Resta in loco solo la vicepresidente che ci fa ciao, ciao!
 
Per la SeSi
Giovanni